Di recente abbiamo parlato di come mettere in sicurezza la nostra abitazione, con sistemi meccanici ed elettronici; ci siamo soffermati sulle caratteristiche che un cilindro di alta sicurezza dovrebbe possedere e su altri accorgimenti utili a migliorare la protezione offerta dai sistemi di chiusura.
Oggi parliamo del concetto di sicurezza e anche di statistica. Qual è la differenza fra sicurezza reale e sicurezza percepita?
Il termine “sicurezza”, come racconta l’articolo di Sudgestaid, nel tempo ha subìto diversi slittamenti semantici, fino ad assumere un’accezione (soprattutto nella lingua italiana) che fa riferimento alla sicurezza della persona in relazione alla possibilità che venga minacciata dalla criminalità.
Grazie al perfezionamento delle modalità di indagine, le statistiche sulla delittuosità offrono un quadro abbastanza preciso dei reati commessi, in seguito alle denunce da parte dei cittadini o alle dichiarazioni degli agenti di polizia stessi.
Tuttavia è necessario anche tenere conto della tendenza degli ultimi anni, per diverse ragioni, a non denunciare i reati subìti. Questo fatto comporta una sorta di coerenza dei dati per quanto riguarda i reati più gravi e quindi maggiormente denunciati (come omicidi o rapine), mentre i dati sono più frammentari nel tempo e nello spazio relativamente ai reati cosiddetti “minori”, come furti e scippi, che vengono denunciati con frequenza inferiore.
La sicurezza reale si collega per lo più al rischio di essere vittima di reati, i quali, oggigiorno sono registrati da numerose statistiche provenienti da fonti autorevoli. I dati analizzati nell’articolo individuano una riduzione dei reati come (omicidi e rapine) e un relativo miglioramento della sicurezza reale prendendo in considerazione il lungo periodo.
Come già detto però, non sempre i reati considerati (erroneamente) “minori” vengono denunciati e, come già avevamo già visto in un post precedente, il rischio di subìre reati contro il patrimonio è elevato e assai variabile sul territorio.
Quando invece si fa riferimento alla sicurezza percepita (ovvero alla sensazione personale di essere potenzialmente vittima di un crimine), sono molti i fattori che possono incidere sui risultati. Le differenze di genere, età e il livello di istruzione influiscono sulla percezione di sicurezza (o per meglio dire insicurezza), oltre alla collocazione sul territorio.
Infatti chi si trova in territori con meno densità di popolazione, dove i rapporti con il vicinato sono più stretti e il controllo è maggiore, si sente mediamente più sicuro di chi abita in aree metropolitane dove generalmente i ritmi di vita sono più frenetici.
Anche le statistiche riportate dal Sole24Ore ribadiscono quanto già affermato sulla diminuzione dei reati più gravi, ma contemporaneamente attestano un aumento dei furti in Italia nel 2014, in controtendenza appunto rispetto al complesso dei reati.
Conclusioni
Le statistiche sono importanti, perché ci permettono di prendere coscienza della realtà che ci circonda. Dobbiamo tuttavia ricordare che i risultati di tali ricerche offrono una rappresentazione della realtà, che non può essere considerata veritiera al 100%, visti i tanti fattori che possono influenzare la percezione della realtà.
Ad ogni modo consigliamo, come sempre, di mantenersi informati, anche grazie al nostro blog, sui comportamenti, le tecniche e i prodotti che consentono di ridurre i rischi, prevenendo il più possibile eventuali reati a nostro danno o a danno delle nostre proprietà. D’altra parte, come dicevano T. Hobbes e F. Bacon: “La conoscenza è potere”, in questo caso il potere di proteggersi.